Verbale del 08/09/2017

Presenti: Francesca Capobianco, Giuseppe Barone, Dario Citro, Mario Scannapieco, Modesta Pecoraro, Giovanni Barba (solo parte del monitoraggio)

Verbalizza: Gianna Metallo

 

Verbalizzazione dei contenuti

 

Il gruppo ripropone la questione legata all’assenza di Ciro Pezzulo agli incontri, ritenendo fondamentale la sua presenza quale Coordinatore dell’Area Psicoeducativa, essendo il contributo di tale Area, fondamentale per la valutazione degli inserimenti in Comunità. Tuttavia Mario Scannapieco invita i presenti ad assumere un atteggiamento propositivo, pur segnalando tale bisogno a Ciro, ma provando ad immaginare una proposta diversa relativa alla procedura degli inserimenti in CT. Mario precisa, infatti, che la parte educativa dei percorsi appartiene a tutte le Aree, Ciro è il riferimento della parte terapeutica dei percorsi.

La proposta formulata da Mario Scannapieco prevede, in linea di massima, un periodo di orientamento/osservazione della durata (da definire) dai 30 giorni a 3 mesi, finalizzato da un lato ad una maggiore conoscenza – da parte dell’equipe educativa – della persona da prendere in carico e, dall’altro, un miglior orientamento da parte dell’utente che possa rafforzare la scelta fatta e la motivazione di base.

In questa prima fase, di orientamento, diventa indifferente dove la persona risiede, ciò che conta è che ogni Area osserva il ragazzo da un suo punto di vista ed utilizzando strumenti idonei; a distanza di 1 mese si possono mettere insieme le varie osservazioni. Ciò presuppone che in ciascuna delle nostre strutture vi sia una persona di riferimento per ciascuna Area: uno degli obiettivi da raggiungere, infatti, è garantire la coesistenza delle 4 aree in ogni struttura. A tal proposito si ricorda che le consegne date da Nicola in plenaria sono le seguenti:

  1. Individuare la propria Area di riferimento: ciascuno (sia gli operativi che gli utenti) deve collocarsi in un’area specifica
  2. Individuare le Aree nelle Strutture: in tutte le struttura vanno individuati dei referenti per ciascuna Area
  3. Far funzionare il coordinamento: non dovrebbe esistere più il Responsabile di casa, ma ciò che deve funzionare è il Coordinamento di Struttura, composto dai referenti, all’interno della struttura, di ciascuna Area del Centro.

 

In riferimento agli inserimenti in Comunità, attualmente la procedura in vigore prevede dei colloqui iniziali (circa 3), di conoscenza e di accertamento delle motivazioni iniziali, con l’utente e, laddove presenti, con i familiari, l’acquisizione dei dati anamnestici e sociosanitari e la somministrazione dell’ASI. A quel punto il passaggio successivo è il collocamento in una sede e l’affidamento della persona al responsabile di casa.

Con la presente proposta, invece, s’intende avviare un percorso di orientamento, a carico dell’equipe di coordinamento delle aree che potrebbe avvenire attraverso:

    • Un percorso di verifica/attivazione delle motivazioni
    • Una più attenta analisi della situazione giuridico/sanitaria/familiare/sociale
    • Un approfondimento psicodiagnostico, attraverso test e colloqui di approfondimento
    • Una valutazione mirata delle conoscenze di base dell’utente
    • Una valutazione delle abilità
    • Una valutazione delle risorse personali

 

L’equipe piuttosto che limitarsi ad individuare la sede in cui “inserire” l’utente, potrebbe quindi   individuare più sedi per avviare la fase di orientamento.

La fase di valutazione può avvenire all’interno di un’unica sede o in più sedi, per un periodo di tempo da definire (da uno a tre mesi), con la corresponsabilità di tutte le aree che dovranno definire l’orientamento dell’utente dopo un tempo congruo (da uno a tre mesi).

Ciò può avvenire, anche:

  • attraverso colloqui individuali e l’utilizzazione di test psicodiagnostici (a cura dell’Area psicoeducativa),
  • attraverso schede di valutazione dei comportamenti (skill life, a cura dell’Area lavoro),
  • attraverso ulteriori colloqui individuali e in gruppo.

 

La valutazione può così consentire di individuare:

  • la definizione della sede di riferimento (la casa) cui l’utente viene affidato;
  • il riferimento educativo dell’utente (espressione dell’area di maggiore competenza);
  • i primi obiettivi, psicoeducativi, lavorativi, socio/familiari (da verificare a distanza di uno/tre mesi).

 

Dopo di che si può stilare   un primo progetto individualizzato dove si specificano:

  • La sede di riferimento prevalente
  • Il riferimento educativo (espressione del coordinamento)
  • Gli obiettivi assistenziali (area servizi)
  • Gli obiettivi terapeutici (sanitari, psichiatrici, ecc.)
  • Gli obiettivi formativi (lavorativi e psicoeducativi)
  • Gli obiettivi socio familiari/territoriali (recupero scolastico, raccordo con i familiari, assistenza sociale, ecc.)

 

Si precisa che questa nuova modalità di presa in carico dell’utenza, che quindi farebbe capo al Coordinamento delle Aree, presuppone, per essere adottata, dei passaggi preliminari, già ricordati precedentemente, in particolare:

  • in ciascuna struttura occorre avere un riferimento per ogni Area
  • occorre formare un Coordinamento di struttura (composto dai referenti di ciascuna area all’interno della struttura).

Dario Citro avanza una proposta educativa: il coordinamento potrebbe avviare degli incontri plenari in ciascuna sede operativa del Centro e “stimolare” gli operativi a collocarsi nelle Aree. Solo coì facendo, si può arrivare ad avere un riferimento per ogni Area nelle singole strutture. A cascata, poi, anche gli stessi utenti dovranno collocarsi in un’area: questo attualmente è l’indicatore che segnala l’avanzamento del processo in atto: ad esempio a “Sorella Luna” il discorso delle Aree è più radicato, tanto è vero che anche i ragazzi sanno bene in quale Area si collocano.

 

Si passa, nella seconda parte dell’incontro, a valutare gli ingressi, utilizzando la procedura già in corso, ma provando ad immaginare l’introduzione di qualche elemento innovativo.

 

Valutazione ingressi da fare:

 

Lebron Joansel, 31 anni, originario di Santo Domingo, terzo di 4 fratelli, i genitori si sono separati quando lui era piccolissimo; poco dopo la mamma si è trasferita a Salerno con lui e i fratellini. Si è risposata con Liborio, sindacalista salernitano, ha avuto problemi di depressione e alcool, ma da sette anni è in cura con uno stabilizzatore e pare stia bene, lavora come OSS in una Cooperativa.

Joansel è cresciuto in Italia, parla correttamente l’italiano, ha frequentato la Scuola d’Arte conseguendola qualifica del terzo anno, a 18 anni inizia a bere (in prevalenza birra) e a giocare alle slot machine. Tornato a Salerno inizia a lavorare in un laboratorio di pasticceria, continua a bere pur riuscendo a gestire la responsabilità del lavoro. Tre anni fa ha iniziato la convivenza con Carmen, dopo un anno è nata Brenda e due mesi fa Nicole; attualmente i due vivono separati. Joansel si rivolge al Gruppo Logos per affrontare il problema dell’alcool e gioco di fanno ma continua a bere nel week end per cui gli viene consigliato di rivolgersi ad una comunità residenziale. Ha fatto l’iscrizione al Ser.t di Salerno riconosce di avere un problema di alcolismo; ha perso il lavoro da un mese perché spesso non si presentava, ma il datore di lavoro è disposto a riprenderlo qualora risolva i problemi di dipendenza. Joansel quando beve diventa aggressivo.

Il gruppo decide che il lavoro da fare con Joansen è di aiutarlo a riconoscere che l’alcool non è il suo unico problema, piuttosto è una conseguenza di altri malesseri. Si decide per l’ingresso a La Pagliuzza

De Caro Antonio, di Pagani, 39 anni, secondo Giuseppe Barone un bravissimo ragazzo, ha 6 figli, ma non ha rapporti con nessuno di essi, vive con la madre e un fratello, entrambi malati mentali, mentre il padre è deceduto per cirrosi legata all’abuso di alcool. Anche Antonio tempo fa è stato ricoverato per ansia e per problemi legati all’epilessia. Antonio non ha competenze scolastiche, sa solo fare la sua firma, poiché la madre lo ha ritirato da scuola. L’equipe pertanto valuta la necessità di sottoporlo a test di intelligenza, quali il PM38 per la definizione del QI: Peppe contatterà Bruno Colucci.

 

Valutazioni disponibilità

Pellegrino Antonio, 31 anni, celibe, disoccupato; dopo 13 mesi di arresti domiciliari è finito in carcere per reati connessi allo spaccio di stupefacenti. Farà un colloquio con Peppe Barone in carcere per conoscerlo meglio e gli verrà consigliato di intraprendere una corrispondenza epistolare con Francesca Capobianco.

 

De Lucci Antonio

Si decide di rinnovare la disponibilità data per la Comunità “Pace e Bene”. Si allega relazione del mese di dicembre 2016.

 

Aggiornamenti:

Faiella Alfredo

Per Faiella Alfredo era stata data la disponibilità nel mese di febbraio 2017 per la Comunità di Giovi. Poiché successivamente dai colloqui con Mario Scannapieco emergevano dei dubbi rispetto alla sua situazione penale, si era scelto di non rinnovare la disponibilità, adducendo come motivazione ufficiale la mancanza di posti nelle nostre strutture.  Tuttavia l’Avvocato sta facendo continui rinvii dell’udienza (pare che abbia avuto un fine pena al 2011) al fine di aspettare che da noi si liberi qualche posto.  Si decide di rinnovare la disponibilità chiarendo al Faiella sin da subito che appena commette qualche errore gli verrà fatta la revoca. Mario Scannapieco e Peppe Barone si offrono di supportare la Comunità “Pace e Bene” (per la quale viene data la disponibilità) a seguire il caso.

 

Sorrentino Alessandro

(non se n’è discusso)

 

Monitoraggio

Giovanni Barba aggiorna il gruppo che il mese di Agosto si è chiuso con un fatturato di Euro 83.000,00 e che attualmente abbiamo 62 ospiti nelle nostre strutture; per rimanere nel budget a nostra disposizione occorrerà garantire una presenza media di 61/63 utenti.