Un punto di riferimento

Autore: mario.scannapieco@tiscali.it (Pagina 3 di 6)

“CERCATORI DI VITA”

LA PAROLA DELLA DOMENICA

Comunità Sorella Luna 6.1.21

La  bellezza della festa  dell’Epifania è sotto i nostri occhi, nella sua profondità arricchita da mille suggestioni.  Festa densa di magìa e di emozione, festa dei segni celesti e del lungo cammino, in cui possiamo riconoscerci  e  manifestare il nostro desiderio di cercare e di andare sempre avanti.

Esordisce così don Nicola nella riflessione dedicata alla festa dell’Epifania.

E, aggiunge, cercare Dio significa anche cercare se stessi, ed è un’azione, un movimento che ci tiene  vivi in una dimensione di sempre maggiore apertura.

I re magi alla ricerca

Siamo chiamati dunque a cercare.

D’altra parte, quello che stiamo vivendo è un periodo di riflessione, avviato con la Quaresima. E quello che ci viene detto oggi è che quando si raggiunge una mèta, se ne profila subito un’altra.  A dimostrazione del fatto che tutta la vita è un cercare costantemente. Ed ogni tappa ne apre progressivamente un’altra.

Anche per questo, i re Magi possono ben rappresentare la nostra condizione umana.

Soprattutto quando, in cerca di un re ricco e potente, si imbattono in un re  “povero”, e rischiano di non riconoscerlo.

Ma chi sono veramente i re Magi? Alcuni hanno ipotizzato che  fossero sovrani di terre orientali e sconosciute, altri ancora che fossero astronomi  o qualcosa di simile.

Quello che possiamo dire per certo è che questi personaggi misteriosi sono stati sicuramente “cercatori”.

E per questo non possiamo non identificarci con loro.

Inoltre, don Nicola ci indica il bel segno della Stella che compare, scompare per poi riapparire nuovamente.

La stella, ovvero  la guida, il riferimento che orienta il nostro cammino, la nostra ricerca.  

E, difatti, a pensarci bene, come ci aiuta a fare don Nicola, ognuno di noi ha avuto ed ha qualche stella come guida, qualche persona magari riconosciuta solo a posteriori,  che ha accompagnato il nostro cammino.

C’è da dire, però, che i Magi, almeno apparentemente, vanno incontro al fallimento delle loro aspettative.  E difatti si fermano a Gerusalemme invece di proseguire nel viaggio, essendo partiti con l’aspettativa di trovare un Dio potente e ricco, assiso su un trono sfarzoso e appariscente e ritrovandosi  invece davanti un bambino inerme, deposto in un umile giaciglio di paglia.

In effetti anche noi, come loro, cerchiamo il re  invece di cercare il bambino che è dentro di noi e di accoglierlo. Quel  bambino ferito  e impaurito che invece rappresenta la parte più preziosa di ciascuno di noi.

Ebbene, i  Magi  hanno dimostrato, in questa circostanza, di saper uscire dagli schemi che impediscono di scoprire e accogliere la vera ricchezza che si nasconde nella condizione di indigenza, di povertà.

Cosa che ciascuno di noi  non riesce a fare quando  si chiude, quando si identifica in un tempio da adorare  piuttosto che in una tenda  per muoversi più speditamente nel suo incessante movimento.

In realtà il vero cercatore è chi non ha paura di andare oltre l’apparente certezza degli schemi e dei templi, ossia delle certezze preconfezionate.

Le  verità  vanno cercate con coraggio.

Difatti, anche noi, nel nostro tempo, spesso rinchiusi nelle nostre rigide strutture mentali,  possiamo provare a riconoscere , a leggere i segni che ci indicano la strada da seguire. Sull’esempio dei Magi, pronti a valicare confini smisurati, da una parte all’altra dell’orizzonte, e facendolo insieme.

In questa prospettiva, che ci richiama  all’universalità del messaggio cristiano (cfr. l’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”), possiamo allora affermare che i veri doni, più dell’oro, dell’incenso e della mirra , con tutta la simbologia di cui sono ricchi, non sono quelli materiali per quanto preziosi e significativi,  ma

consistono proprio nella capacità e nel desiderio di cercare.

Sono doni da portare con sé lungo un cammino di ricerca.  Una ricerca da svolgere non da soli, ma uniti, come i Magi,  legati  in una relazione, che in fondo è il vero dono da condividere.

L’augurio è dunque di diventare “cercatori” insieme.

IL NATALE OGNI GIORNO

Appunti e spunti tratti dall’omelia di don Nicola Bari nella Santa Messa di Natale 2020

In queste settimane abbiamo fatto un percorso, Esordisce così don Nicola.

Siamo partiti da alcune domande fondamentali sul senso del nostro cammino, sulla direzione verso cui andare, e anche sulla domanda più radicale: “Chi siamo noi?”

In questa notte si conclude una tappa e se ne apre subito un’altra.

Il nostro Natale infatti, la nostra vita, comincia, ovvero ricomincia, proprio ora.

Ed è già significativo il fatto   che siamo venuti a cercare qualcosa, anche in questa suggestiva notte che vede collegati online, tutti noi: famiglie, amici, operativi e residenti delle diverse strutture del Centro, dislocate in diverse zone d’Italia.

Oggi, in effetti c’è un po’ di luce in più sul “mistero” della nostra vita, “una porzione di luce in più”.

Accogliere il mistero significa riconoscere e avvicinarsi alla presenza di Dio.

Come la vita, anche l’amore è un mistero, ed è, in fondo la vera esperienza che ci guida a diventare grandi.

È paradossale (ma la logica di Dio ci ha abituati al paradosso) che proprio quando avvertiamo la spinta a diventare grandi, ci viene donata la presenza di suo figlio, un Bambino inerme, nato in condizioni di estrema umiltà.

Maria stessa, la madre di Gesù, si trova nella condizione paradossale di mettere insieme una missione divina e la sua natura umana. Una donna semplice, ma non sprovveduta, chiamata   a tenere unite tante attese, tante pressioni, tutte impegnative, e apparentemente inconciliabili, nella sua vita.

Anche la figura di Giuseppe (raffigurato talvolta in funzione materna) è un esempio di come si affronta la vita con concretezza e maturità.

E colpisce anche come la nascita di Cristo prenda il via da un luogo nascosto, maleodorante e fatiscente, ma anche  di conservazione di ricchezze materiali, essenziali al sostentamento fisico delle persone .

Un luogo normalmente intimo come intima e nascosta è la nostra anima.

Un posto, appunto, primitivo, originario, scarno e scomodo ma anche accogliente e pieno di potenzialità e di risorse. Un posto che prende colore e calore dall’anima e dai sentimenti delle persone che lo abitano.

Cosicché la grotta, questo luogo profondamente nascosto, acquista un particolare significato.

Perché è proprio lì, in quel luogo della nostra interiorità sofferta, che vuole nascere e rinascere Gesù.  

Entrando nelle parti più irraggiungibili di ciascuno di noi, dove magari noi ci ostiniamo a nascondere le nostre miserie.  E’ proprio lì che Dio vuole conoscerci per inondarci del suo amore e farci riscoprire la preziosità della nostra vita.  Vita densa di fatiche ma anche di senso, come possiamo sperimentare anche nella realtà del nostro Centro.

Il Natale, perciò, è dentro di noi e dobbiamo fare in modo di non farcelo rubare, come ci dice Papa Francesco, ma di farlo continuare, di tenerlo aperto, con la nostra capacità di sognare come il pastore Benino il dormiente o di stupirci come il pastore Meravigliato che non porta doni se non il suo stupore di fronte al Bambino.

Questo Bambino che è Dio è la nostra sicurezza, ed è il vero motivo per cui dobbiamo fare festa.

Auguri dunque, di vero Natale.

Natale 2020

Come da tradizione, l’Associazione La Tenda Centro di Solidarietà ONLUS, la Compagnia degli Amici, le Associazioni e le Cooperative della Rete, si ritroveranno il 24 dicembre 2020 alle ore 22.00 per la celebrazione della Santa Messa di Natale, che quest’anno prevede modalità di partecipazione attraverso il web.

La Santa Messa di Natale è parte integrante del Programma di attività ed iniziative che, anche quest’anno, nonostante la pandemia tuttora in corso, il Centro sta realizzando.

Le attività già realizzate:

  • Il Centro La Tenda accoglie Rocco Hunt: la musica unisce, rende liberi e crea relazioni”. Il noto cantante salernitano ha incontrato gli ospiti delle Comunità, le famiglie e gli amici del Centro.
  • Concerto di Solidarietà “Verso un porto migliore” presso il Teatro Augusteo di Salerno, organizzato dalla Bit&Sound Music di Tino Coppola, con il patrocinio del Comune di Salerno e dell’Autorità Portuale di Salerno, ed in partnership con l’Arci: racconti e rievocazioni di giovani migranti naufraghi.
  • Serata di prevenzione e contrasto all’abuso dell’alcol e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con attività di animazione nel Centro Storico di Salerno in collaborazione con l’ASL e la Prefettura di Salerno.
  • Laboratori teatrali on-line, con la partecipazione delle ragazze della Comunità di Salerno – Brignano.
  • Attivazione del Servizio di quarantena preventiva residenziale presso la Comunità “Mario Zito”, sita in Baronissi: questo servizio ha consentito, da un lato, la ripresa in sicurezza degli ingressi nelle Comunità Terapeutiche del Centro, dopo un periodo di sospensione a causa della pandemia; dall’altro ha favorito una più precisa definizione del percorso di orientamento e di collocamento delle persone all’interno delle Strutture e delle Aree del Centro.
  • Corso di Formazione “Progetto Ambiente Amico” con Rotary Club e WWF e cerimonia di fine corso con relative consegna di attestato di formazione.
  • Laboratori di Rame, Ceramica e decorazione del Legno presso la Comunità Sorella Luna di Roma.
  • Laboratori e festa di Ferragosto per festeggiare il lavoro svolto durante l’anno.
  • “Il Torneo dell’Arcobaleno”, organizzato ad Agosto 2020 ha previsto Tornei di giochi a squadre inter-area, attività ludiche, formative, educative e pedagogiche intorno al tema del «fare squadra»  
  • Revival dal titolo “Uno Spot per … Io c’ero”: in occasione della decima edizione della Campagna di Comunicazione sociale del Centro, è stata proposta sulle piattaforme Facebook e Youtube, una carrellata dei video vincitori e quelli particolarmente significativi dal 2010 ad oggi.
  • Laboratori personalizzati per minori con difficoltà di apprendimento, presso la Casa Famiglia “La Perla” di Manziana (RM): Informatica, Cucito, Ceramica, lavorazione del Rame e decorazione del Legno.
  • Accompagnamento e tutoraggio, per gli studenti ospiti delle Comunità Alloggio per minori, nelle attività di DAD (Didattica a Distanza)
  • Laboratori di comunicazione in modalità on-line
  • Seminari su cittadinanza attiva, educazione alla legalità e integrazione (“Da Straniero a Cittadino”), in modalità on-line a cura degli Avv.ti Luciano Provenza e Alessandro La Torraca.
  • Incontri di conoscenza e scambio di esperienze presso la Comunità di Brignano con rappresentanti istituzionali (Sert di Vallo della Lucania), Gruppi Scout e Famiglie della Comunità Saveriana.
  • Laboratorio di recupero scolastico “Dopo la scuola … e oltre” (in presenza e on line).
  • Manifestazione “L’Estate che fa per te” (Corsi di italiano per minori stranieri, Compiti estivi, Mediazione Scolastica, Laboratori).
  • Iniziativa “Passeggiando nella storia della nostra città”: escursioni e visite guidate per le strade del centro storico di Salerno alla scoperta della storia delle strade e dei monumenti di via Trotula de Ruggiero con Palazzo Copeta, Largo Montone, Torquato Tasso con Palazzo Ruggi D’Aragona, con laboratorio di foto artistiche itinerante.
  • Seminario: “Alla scoperta della prima donna medico e dell’autore de La Gerusalemme Liberata”
  • Visita al complesso archeologico di San Pietro a Corte, situato nel cuore del centro storico di Salerno, con tappa alle terme romane, al luogo cimiteriale di culto paleocristiano, all’oratorio del XII secolo, alle aule della Scuola Medica Salernitana, scoperta e studio di opere d’arte introdotte del 1500 presso il Palazzo Fruscione. Laboratorio fotografico itinerante.
  • Passeggiata alla Villa Comunale,
  •  giardino della città di Salerno foto sul ghetto della Salerno Medioevale e alla scoperta della via dei mercanti.
  • Celebrazione Festa della Compagnia degli Amici del 6 novembre 2020 presso la Comunità “Sorella Luna” in modalità on line.
  • Celebrazione della Santa Messa del 13 dicembre 2020 con la partecipazione delle famiglie dei ragazzi del Centro.
  • Settimane Formative nei mesi di settembre e dicembre 2020, rivolte a tutti gli operativi suddivisi nelle Aree del Centro La Tenda (Area Psico-educativa, Area Lavoro, Area Territoriale, Area Servizi, Area Presidenza).
  • Cineforum, riflessioni e seminari tematici relativi al percorso dell’Avvento: “Il Senso di appartenenza”; “Fare squadra”; “Parto e Generazione di una nuova vita”; “l’Attesa”; “Il Deserto e la ricerca di sé”; “La Gioia”.
  • Seminario e Celebrazione della Festa dell’Immacolata Concezione presso la Comunità Sorella Luna di Roma.
  • Incontro on-line di preparazione al Natale con i tutori dei Minori Stranieri Non Accompagnati ospiti delle Comunità Alloggio del Centro.
  • Giornata internazionale dei migranti: Webinar “L’Affido di prossimità”, in collegamento dalla Biblioteca virtuale dell’Istituto “Alfano I” di Salerno.
  • Laboratorio creativo di manualità “IlluminiAmo il Natale”, con realizzazione del Presepe in gruppo, in ciascuna delle sedi operative del Centro, per preparare il Natale e riscoprire il senso dello stare insieme.
  • Video-collegamento con il Rotary Club Roma Sud per gli auguri di Natale.

Quelle in corso e da realizzare

  • Santa Messa di Natale: video-collegamento su Google Meet e in video streaming sulla piattaforma YouTube con le famiglie e tra strutture per la Celebrazione del 24 dicembre 2020 alle ore 22,00 e lo scambio degli auguri di Natale.
  • Tombolata di Santo Stefano: Video-collegamento tra le Comunità del Centro per tombolata on-line
  • Serata dell’amicizia, del 29 Dicembre: pizza e tombolata in compagnia delle Suore Alcantarine presso la sede operativa di “Sorella Luna”.
  • Uscita di gruppo del 30 Dicembre: passeggiata a Piazza San Pietro e per via delle Fornaci, con visita alle mostre presepiali “I 100 Presepi”, ed “Il Presepe dei Netturbini”.
  • Festa dell’Epifania, momento di riflessione e approfondimento su “Fratelli tutti”, ultima Enciclica di Papa Francesco
  • Focus-groups e incontri sulla comunicazione, sugli strumenti tecnologici e le modalità di lavoro a distanza, in video-conferenza con la partecipazione di esperti del settore
  • Inaugurazione del sito web www.centrolatenda.it che, in una nuova e dinamica veste, punta alla implementazione ed all’integrazione dei diversi strumenti di comunicazione del Centro per rafforzare la comunità reale e virtuale de La Tenda e della sua rete associativa.
  • Ulteriore sviluppo in senso imprenditoriale delle attività di orientamento e formazione al lavoro, con l’implementazione delle attività produttive nel settore della ceramica, dell’edilizia (in particolare con le attività di ristrutturazione e ripristino di sedi operative del Centro e di edifici privati).
  • Attività di formazione sugli strumenti psico-diagnostici a disposizione di chi opera nelle Comunità Terapeutiche.
  • Attività formative rivolte agli operativi del Centro, impegnati nelle cooperative sociali nell’ambito del Piano Formativo “Rilancio aziendale”.
  • Avvio de “Il Gabbiano”, un nuovo percorso psico-educativo specificamente rivolto a persone ultra-cinquantenni con problemi di dipendenze.
  • Prosecuzione del lavoro in corso sulla struttura organizzativa del Centro con incontri di Aree e Plenarie.
  • Laboratori di gastronomia tradizionale campana e cucina etnica “Le tradizioni che s’incrociano” presso la Comunità Alloggio “Il Biancospino”.
  • Le Comunità per minori stranieri incontrano da remoto le famiglie del territorio per promuovere esperienze di affido di prossimità.
  • Prosecuzione della celebrazione delle Sante Messe della Domenica in video-collegamento tra strutture e famiglie tramite le piattaforme YouTube e GoogleMeet per avvicinarsi a chi, nell’attuale condizione di emergenza sanitaria, non può essere presente alle attività del Centro.

“L’ANNUNCIO”

DOMENICA 20 DICEMBRE 2020

Messa del Giorno

IV DOMENICA DI AVVENTO – ANNO B

Comunità Sorella Luna Santa Messa  III Domenica di Avvento

Parte con una domanda la riflessione di Don Nicola oggi: “Chi siamo?”

È una domanda che ci dovrebbe trovare meno impreparati giacché abbiamo messo a fuoco, dalle precedenti letture, che alla base del nostro rapporto con Dio c’è l’amore.

Ma questa domenica, il messaggio ci viene  disvelato con ancora maggior evidenza attraverso la testimonianza di Maria e la grande potenza della sua figura.

Una testimonianza, ma soprattutto una figura di grande potenza, di grande forza.

Maria, nel ricevere l’Annuncio, è invitata dall’Arcangelo Gabriele innanzitutto a rallegrarsi e non si pone in un atteggiamento passivo, acritico, adattato.

Già prefigura, onestamente, il non facile compito di sopportare pregiudizi, rischi, ostilità derivanti dalla prevedibile incomprensione della gente del suo posto e del suo tempo, per l’inaudita gravidanza profetizzata.

Peraltro, è una scena che avviene nella periferia estrema, nel luogo ove mai i potenti del tempo avrebbero immaginato che potesse avvenire.

Un luogo dimenticato, povero e oscuro (come tanti luoghi della nostra anima, ci fa notare don Nicola) ma, proprio per questo, privilegiato, come sempre nel Vangelo,  per far emergere le vere, inusitate risorse della creatura umana povera e precaria. Come in fondo ognuno di noi essenzialmente è.

Ancora una volta è un messaggio che  il Buon Dio rivolge a ciascuno di noi, e non solo a Maria, per invitarci ad operare un passaggio. Ovvero passare dal rapporto di ottemperanza alla Legge, basato sull’adesione ad una sorta di contratto,  ad un rapporto di amore e di fiducia, liberamente scelto.

È il processo testimoniato dalla stessa Maria che non si limita ad aderire all’invito del Padre, ma si lascia interrogare, si lascia scuotere e, per questo,  chiede spiegazioni per assicurare piena adesione, piena consapevolezza all’assunzione della responsabilità, tutt’altro che scontata, che le viene prospettata.

Maria è una donna intelligente, capace di riflettere e di interrogarsi ed è consapevole dell’importanza di dire “SI”, di un sì vero e responsabile che corrisponda realmente all’assunzione, al farsi carico, e al cambiamento che questo “SI” comporta.

Anche per questo la figura di Maria è centrale. È il richiamo al valore della periferia, dove Maria abitava (lo sperduto paese di Nazaret), è il richiamo alla importanza della scelta, è il richiamo ad attivarci per non fare della fede un fatto passivo, statico.

È un invito a  riconoscere  il passaggio di amore  che si innesta  nel percorso delle storie personali di ciascuno di noi, come in quelle delle storie, citate dalle Letture.

E che richiede di metterci in cammino con fiducia, per cogliere  una meravigliosa occasione per risolvere la nostra condizione di “uomini sospesi”.

Nella nostra  povertà c’è, infatti,  la consapevolezza di una condizione di sospensione, di impasse che riguarda sia la nostra vita che la vita degli altri.

Riconoscerci popolo in cammino, ovvero  “Fratelli tutti”, come ci esorta a riscoprirci l’ultima preziosa enciclica di  Papa Francesco, ovvero ancora  l’esortazione di Don Nicola a  “fare squadra”, rappresentano la proposta, di cui appropriarci  per risolvere la nostra sospensione.  Seguendo l’esempio di  Maria.

Quel “SI” pronto, fiducioso ma anche consapevole e meditato, corrisponde alla scelta di dare un senso alla nostra vita in relazione non solo a se stessi ma anche a coloro i quali ci interrogano lungo il nostro cammino.  Come, peraltro, ci insegna la esemplare parabola del Buon Samaritano, non a caso centrale nella citata enciclica di Papa Francesco.

Dunque nel “SI” che siamo chiamati a pronunciare ci tocca riconoscere la nostra possibilità.

È un “SI” fecondo, ma di una fecondità che dobbiamo concepire principalmente dentro noi stessi, come ci invitava a fare Sant’Agostino. È innanzitutto dentro noi stessi che deve avvenire il “parto”.

L’atto del partorire, lo stesso Natale, in fondo, significa  essenzialmente, partorire noi stessi.

Facendo, beninteso, i conti con i nostri conflitti interiori che, inevitabilmente, il “SI” mette in moto e affrontarli.

Così,  questo, nonostante il covid, nonostante le pesanti limitazioni alla nostra vita sociale, nonostante l’ansia e la paura,   potrà essere un Natale più profondo e significativo, e in questo senso, un Natale più vero.

Auguri.

“NON SPEGNETE LO SPIRITO”

Domenica 13 Dicembre 2020

Comunità Sorella Luna Santa Messa  III Domenica di Avvento

“NON SPEGNETE LO SPIRITO”

È questa l’esortazione di San Paolo Apostolo ai Tessalonicési (Dalla prima lettera 1Ts 5,16-24) che Don Nicola ci invita, soprattutto, a fare nostra, oggi.

E a farlo, ancor più,  in questo periodo particolare, segnato dalla ferita della pandemia, che ci costringe a fare  i conti con un imprevisto deserto relazionale.

Difatti la prima lettura della domenica odierna ci invita a riscoprire   la letizia che abbiamo dentro, senza farci appesantire dai tanti condizionamenti che offuscano l’essenzialità della nostra identità profonda.

È la lezione che ci giunge anche dal Vangelo (Gv 1,6-8.19-28), in cui ritorna l’esempio di Giovanni Battista quell’uomo “roccioso e selvatico”, di poche parole che “si nutriva, per scelta, di locuste, miele selvatico”. E che si copriva di pelli di cammello.

Un uomo, umile, che  non vanta nessun merito, e che ci indica il cammino verso l’essenziale.

È la lezione che ci consente di riconoscere la nostra condizione di esseri umani, poveri, precari, inconsistenti, eppure ricchi della   possibilità di scoprire il divino che c’è in ciascuno di noi.

E di riconoscere che la vita, la vita vera, viene da un Altro.

È l’affermazione del valore insostituibile della relazione, a cominciare da quella con chi ci ha generato .

Ma la relazione è la condizione naturale di ogni essere umano, dei nostri stessi genitori così come di tutta l’umanità che li hanno preceduti.

A noi, se veramente ci vogliamo bene, tocca smetterla di identificarci in un ruolo o in un’immagine esteriore,  piena  solo di ingannevole autompiacimento. E che rischia solo di offuscare la “preziosissima  povertà” di cui siamo portatori, quella che ci permette di poter rispondere alla domanda essenziale «Chi sei tu?» con la fiducia di essere amici, compagni di viaggio del nostro Padre,

Non possiamo che riconoscere, allora,  con umiltà e gioia profonda che siamo destinatari di un  dono misterioso quanto affascinante, come la vita, la nostra come quella con la V maiuscola, che viene da un Altro,  che non smette mai di amarci e di starci vicino.

PARTECIPAZIONE Messa del 13.12.20

Quest’anno il Natale ci coglie in un tempo delicato e difficile, che ci offre però opportunità, prospettive e speranze nuove.

Per prepararci insieme, per sentirci più vicini, più “squadra”, ti invitiamo alla celebrazione della S. Messa di domenica 13 dicembre 2020 alle ore 17,00.

Potrai partecipare attraverso due modalità:

1) collegandoti, dal telefono o dal computer, alla piattaforma Google Meet, utilizzando il link meet.google.com/mmf-veku-qky e scaricando il relativo programma (questo è possibile solo se hai un indirizzo email);

2) oppure potrai seguirla in streaming sul canale Youtube, cercando “Associazione La Tenda – Salerno”.

Per informazioni o assistenza, puoi contattare i numeri 3357174628, 3357174613.

NATALE 2020

CORONAVIRUS, FLOTTA DELLE ZANZARE[1], OCCASIONE GENERATIVA

Spunti di riflessione

La sfida che stiamo vivendo in questi giorni, segnati dalla minacciosa pandemia del coronavirus, ci interroga, a diversi livelli.

Nella  prospettiva di un cambiamento epocale, ci tocca dover trasformare questo cruciale momento, abitato da sentimenti contrastanti, spesso di paura, sfiducia, scoraggiamento,  in una occasione per riappropriarci delle nostre radici.

“Noi, per scelta”, ci ricorda don Nicola, “abitiamo da sempre negli avamposti della presa in carico del disagio sociale, non abbiamo risposte precostituite ma siamo allenati ad essere veloci e a non attardarci nella strutturazione delle retrovie, prima di agire”.

Tornare all’origine del nostro impegno sociale cristiano, mettere in discussione le nostre pretese certezze individuali e i rigidi schemi mentali che inesorabilmente si sono strutturati nel tempo, diventa quindi una vera e propria “occasione generativa”, nella quale.ci ritroviamo ad essere avvantaggiati (ma anche responsabilizzati) dal nostro “DNA”, dal “patrimonio genetico” del Centro la Tenda, improntato ad un incessante dinamismo, e ad  una continua sperimentazione  di risposte ai disagi senza risposte istituzionali.

Questa è una ricchezza: di esperienze, di progettualità, di capacità gestionali, ma soprattutto valoriale, umana e spirituale. E ci suggerisce di ripartire oggi, come sempre, dalle persone. 

La  capacità di fornire risposte sempre nuove non è però a costo zero, in quanto richiede l’abbandono di vecchi schemi. E   si avvale del lavoro di gruppo, per crescere insieme e   per realizzare contesti di cura, proposte progettuali, servizi, formazione, supporto, assetti sempre nuovi, variabili e permeabili.

Ciò a maggior ragione oggi, in questa metaforica “guerra” contro   nemici invisibili, in realtà  più nascosti ed insidiosi  del pur temibile coronavirus, come la paura del cambiamento, la passività, l’isolamento.

C’è bisogno dunque di riscoprire la nostra impronta originaria, la forza spirituale delle origini, la miriade di risorse che ogni individuo, gruppo, associazione possiede, “la flotta delle zanzare” appunto e… “fare squadra” .

La stessa  Santa Messa di Natale 2020,  senza nulla togliere al suo valore sacramentale, è proprio uno di questi momenti che vanno letti come occasione formativa e di sviluppo, capace di innescare spirito di gruppo, appartenenza e … creatività.

La trasmissione in rete  della funzione religiosa  ci permetterà di valorizzare la comunicazione online, non solo come rimedio ad un’emergenza e quindi alla necessità di un doveroso distanziamento fisico, ma anche come occasione di crescita e rinnovamento, per utenti, famiglie, associazioni, volontari, tirocinanti, operativi.


[1] La metafora è  presa in prestito da un grande della storia, il primo ministro inglese Winston Churchill.che,  alla fine del maggio del 1940, per portare in salvo i soldati, ,mobilitò una miriade di imbarcazioni civili, piu’ agili e veloci delle corazzate, per  avvicinarsi alle spiagge di Dunkerque e caricare i soldati e traferirli, ormai allo stremo, sulle grandi imbarcazioni della Marina Reale.

Cosi’ in questa nostra strana guerra, ma anche in quelle di tutti i giorni contro la povertà e il disagio, serve ancora la “flotta delle zanzare”: Servono la miriade di associazioni e organizzazioni di volontariato presenti nelle nostre comunità, perche’ piu’ vicine alle persone e piu’ veloci nell’arrivare in tempo.  

“TEMPO”

Comunità  SORELLA LUNA  Roma

DOMENICA 29 NOVEMBRE 2020

Messa del Giorno I DOMENICA DI AVVENTO – ANNO B

Quest’anno Natale lo celebriamo in condizioni particolari.

Il covid ci costringe a cambiare la nostra tradizione, almeno dal punto di vista esteriore.

Ma il Natale non è una festa dell’apparenza. E quest’anno, complice la malaugurata pandemia, siamo “costretti” a riconoscerlo.

Il Natale, difatti, è una festa intima che ci invita a festeggiare una novità che, in fondo, avviene dentro ciascuno di noi. E   le stesse letture di oggi ci aiutano proprio in tale direzione, fornendoci un’occasione per riflettere sulla nostra vita.

Le letture insistono, oggi, sul valore del tempo: il tempo dell’attesa, in particolare che non è il tempo della passività, beninteso, non è il tempo delle risposte intellettuali alle domande umane.

“Ma è il tempo della nostra possibilità”, sintetizza efficacemente don Nicola.

È il tempo dell’attesa ma anche dell’attenzione, quell’attenzione cui il Signore ci richiama non certo punirci come scolari distratti. Ma come creature amate con premura e fermezza per il semplice fatto che vuole in tutti i modi scuoterci e farci godere, fino in fondo, la pienezza di una vita all’insegna dell’amore.

Una vita nuova  e  feconda, come sempre  fecondo è l’amore del Padre per le sue creature.

Difatti, Nicola, ha paragonato ciascuno di noi ad una donna feconda, in attesa di partorire, laddove tale esperienza sebbene fisicamente, naturalmente preclusa, al genere maschile, rappresenta bene la prospettiva verso cui muoverci tutti, uomini e donne di questo tempo e di questa terra: disporci a far nascere il nuovo dentro di noi, e ad attendere fedelmente, l’avvento, la venuta di Gesù nella nostra vita.

L’amore di Dio, in altri termini, non si conquista con un fare frenetico e impaziente, con un volere, pretenziosamente, costruire e determinare le cose e gli eventi.

Peraltro, quando ci si arrabbia, ci ricorda Nicola, almeno si dimostra di essere vivi come è viva l’invocazione del ritorno al Padre di Isaia che lotta, a nome nostro, contro il ritardo di Dio: “ritorna per amore dei tuoi servi… se tu squarciassi i cieli e discendessi”.  (v. la Prima Lettura (Is 63,16b-17.19b; 64,2-7).

L’avvento, in fondo è allora una ricerca. Una ricerca dentro   noi stessi che passa anche attraverso il superamento, della nostra paura.  Ma soprattutto dalla nostra passività che ci inganna con la promessa di un illusorio distanziamento dal rischio di rapporti veri, dal dolore, dalla delusione, dalla paura, dalla stessa rabbia, Che paradossalmente è pur essa un buon segno, preferibile all’avvizzimento cui siamo destinati quando coltiviamo uno stile di vita evasivo, improntato alla fuga, alla pigrizia mentale, all’evitamento.

Uno stile di vita, in fondo sterile, narcisisticamente ripiegato su se stesso. E, così, tra tante, valgono particolarmente, le uniche due raccomandazioni che le letture di oggi ci consegnano: “STATE ATTENTI E VEGLIATE”.

“CRISTO RE”

COMMENTO ALLE LETTURE DELLA XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – NOSTRO SIGNORE GESÚ CRISTO RE DELL’UNIVERSO – ANNO A – SOLENNITÀ

DOMENICA 22 NOVEMBRE 2020

COMMENTO ALL’OMELIA DI DON NICOLA BARI

Gesù ci parla oggi da Re.

Ma bisogna intenderlo bene.

Se ci rifacciamo all’idea stereotipa del Re, potente e ricco, che decide la sorte dei suoi sudditi, suddividendoli in buoni e cattivi dall’alto di un trono da cui giudica il destino di ciascuno, rischiamo di andare fuori strada.

E di coltivare un’idea di Dio opposta alla proposta di Amore incondizionato che afferma e testimonia, nella sua relazione con l’uomo.

Difatti, l’amore non si esplica se non in un rapporto, in una relazione e il Vangelo mette anche oggi  in evidenza la proposta che Dio instancabilmente, rivolge alla creatura umana.

Una proposta di amore  che facciamo fatica a recepire, ma soprattutto a tradurre, se non attraverso blande, scontate, generiche, superficiali dichiarazioni di bene per il prossimo.

In realtà, ci ammonisce Don Nicola, dovremmo aver l’umiltà di dire “ti voglio bene ma non sono capace di volerti bene veramente”.

Ma non solo, tendiamo anche a proiettare su Dio atteggiamenti e giudizi che in realtà appartengono a noi, costituzionalmente incapaci di amare veramente. Cosicché ci rifacciamo  ad immagini (come, per esempio quella del Giudizio Universale di Michelangelo) che, sebbene  affascinanti e mirabili, nondimeno tradiscono una mera trasposizione degli attributi umani alla figura divina.

Ma Dio non separa e non giudica.  

Dio è amore incondizionato e ci offre testimonianza di questo amore liberante ricordandoci quanto piccoli siamo nella nostra essenza umana  e  quanto distanti siamo dalla capacità di amare autenticamente l’altro.

Ma  ci offre anche una strada, per esempio, attraverso la parabola  del Buon Samaritano, con  la quale  spiazzandoci,  sovverte i nostri rigidi schemi mentali, i nostri giudizi a buon mercato, le nostre comode autoassoluzioni e ci aiuta a riconoscerLo nel prossimo.

Dio continua ad amarci e non indietreggia. Attende pazientemente  che ci rendiamo conto che la sua è la proposta di un Amore che può aprirci veramente alla vita.

Una vita da riscoprire nella relazione con l’altro, il povero, l’indigente. E così ci indica anche la vera strada  in grado di condurci alla vera gioia della vita.

Vale a dire la strada di una povertà che Gesù ci invita incessantemente  a riconoscere, a scorgere e a soccorrere nei nostri fratelli più poveri e indifesi, ma, in fondo, a riconoscere innanzitutto in ciascuno di noi, poveri da convertire e da riportare sulla strada della Vita.  

In realtà, se non riconosciamo la nostra stessa povertà, non possiamo incontrare e relazionarci veramente con Dio.

Infatti,  Dio del Nuovo Testamento (e nella parabola di oggi, ancora una volta) indica esplicitamente  i poveri, gli affamati, i malati, i sofferenti come coloro cui destinare attenzione   e premure.

Ma in fondo  ognuno  di noi  è povero, affamato, sofferente, con la sola aggravante   che spesso  ci illudiamo di non esserlo, autocondannandoci.

E allora, risulta chiaro che non è Dio a giudicare, a separare, ad abbandonare come farebbe un re di questa terra, ma siamo noi che ci facciamo scudo di una falsa immagine creata solo dalla nostra paura di amare.

Dio ci lascia, è vero, la libertà di rimanere schiavi delle nostre paure, della nostra incapacità di amare.

Ma è una  libertà di cui dobbiamo, prima poi trasformare in responsabilità.

Evitando, per l’amor di Dio , (è proprio il caso di dire) di sentirci ricattati o peggio giudicati da Lui.

Proviamo a riconoscere invece in questa proposta l’ennesima premura per rivolgerci a Lui, con fiducia.

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